#Venticinque

Autunno caldo

Ovvero, mi scordo giacca e portafoglio in palestra (con annesse corse per andare a recuperare chiavi, riprendere la roba scordata, tornare a casa a notte fonda) mi scordo dove ho lasciato la macchina (con bestemmie e corse varie).

La verità: ‘sta ripresa post-covid è caratterizzata da forte disagio da parte di tutti, che puntualmente rompono il cazzo e che, al sottoscritto, fa effetto “criceto” (ovvero, faccio millemilaeuno cose, male, cercando di contenere il disagio che mi circonda salvo che poi ho la testa ridotta come quella di un criceto: vuota).

Buon autunno mondo

#Ventiquattro

Estate Covid n°2  – Reloaded (Ovvero di come la vita nel mondo continui malgrado le rotture di cazzo)

Capita l’aria che tirava, mi sono sparato un bel j&J, giusto 15 giorni prima dell’inizio delle ferie, ho caricato la macchina e sono partito verso l’Europa dove la lingua parlata fa apparire gli uomini effemminati e le donne fatalone.*

Due settimane girate tra castelli, gotico a sverso e qualche camminata qui e lì, in cui ti stupisci come, a due metri da casa tua, le strade non hanno una buca manco a pagarla, in autostrada si gira facile, con le persone che usano la corsia di sorpasso solo per sorpassare (pazzi!!!), e dove ti mettono il burro anche nel letto dove vai a dormire. E poi l’Olanda per una decina di giorni, perché si telelavora bene anche da altre parti, oltre che dal paesello. E vabbè, qui manco a dire, che sennò sembro lo spot di “si, ma all’estero…”. Tornato e, dopo 4 gg, montagna, quella vera.

Tralasciando il solito qualunquismo del “si, ma all’estero…”, staccare per un po’ di tempo ti da modo di vedere la poraccitudine** che ti circonda. E non parlo tanto delle buche sulle strade (maledette buche), del rispetto delle regole della strada (maledette regole) o di come in altre parti si gira senza mascherine (maledette mascherine), ma del fatto che quello che ci circonda è impazzito quasi completamente. Gente che chiede (giustamente) libertà come quella di non vaccinarsi, ma che non rispetta quella altrui (ovvero di vaccinarsi), gente che grida “libertha”, che in realtà e sinonimo di “faccio come cazzo mi pare e non mi rompete il cazzo”, uno Stato paternalista, abitato da paternalisti, che ti dettano il modo “normale” di vivere, respirare, agire. E poi ogni cosa utile a essere gridata, strillata, usata, stuprata e poi abbandonata: prima gli sbarchi, poi il green pass, poi il rave di Viterbo, poi di nuovo il green pass, poi il caldo, poi l’Afganistan, poi il green pass.

Siamo immersi in ambiente dove c’è tutto ed il contrario di tutto a rompere le palle a chi cerca solamente di vivere la sua vita senza farsi cagare troppo il cazzo.

Ecco, esco da questa estate con una lista sempre più nutrita di roba che mi sta sul cazzo (e di cui prima o poi farò una lista accuratissima) e che vorrei evitare, ma, soprattutto, con la rinnovata convinzione che il caldo estivo-afoso subito al paesello è una merda (e che la vita è più facile di come uno se la crede)

* notare il linguaggio politicamente corretto.

 

** poraccitudine = attitudine ad impersonare personaggi simil-Malavoglia

 

#Ventritre (buciodeculo)

Caldobestia (ovvero di come l’Estate ammazza anche il Covid)

E niente, anche quest’anno arrivato “Caronte”, “Lucifero” o “trovatuilnomesimpaticodadareall’anticiclone” a spaccarmi dall’afa, io che il caldo l’ho sempre sopportato poco, ed ho sempre detto di odiare l’estate. In realtà è che odio l’Estate passata a lavorare, che per lunghi anni ha voluto dire camparsi tutto quello che di peggio una città di merda come Roma ha da offrire.

La verità è che uno dovrebbe staccare, prendere un volo per un isola dove non ci sia eccessiva puzza di carne umana (ovvero carnai di scassacazzi) e buttarsi sotto l’ombra a fancazzeggiare per 12 ore su 24 (le altre 12 a dormire). Forse non solo d’estate, ma tutto l’anno.

Ma tutto questa riflessione profonda si ricompone in un fatto: sono due estati che telelavorando di qua e di là, mi risparmio quel bestiario umano che sono i treni pendolari. Il tutto facendo salvi i giorni in cui mi tocca presenziare, risolti comunque velocemente e grazie all’aria condizionata. Certo resta il sonno del primo pomeriggio…comunque affrontabile dalla prospettiva che, per i prossimi giorni, si tornerà a telelavorare nella calura casalinga.

Dite quello volete, ma il Covid ha avuto la ricaduta positiva che l’Estate mi sta meno sul cazzo degli altri anni

#ventidue

Vecchi vizi, poche virtù (ovvero di cose che passa il tempo ma non cambiano mai)

[Segue dal post precedete] 8 anni passati sono molti, con tanta roba sotto i ponti: cambiato un paio di lavori, un paio di donne, casa sempre quella, svariati giri qui e lì, un paio di pezzi di cuore in meno, la necessità di chiudere buchi che mi porto da una vita, una pandemia, un profilo FB in meno. Un po’ quello che capita a tutti, solo che quando siamo noi i protagonisti sembra un’epopea, quando in realtà è semplicemente vita.

Morale: inutile parlare di cose passate. Una soluzione potrebbe essere far partire delle robe assurde su Pandemia (facilissimo), Paese di merda (Facile), una vita in smart working (normale), o del fatto che l’unica musica ascoltabile uscita recentemente è rappresentata dalla brutta copia dei Led Zeppelin: i Greta Van Fleet, (e qui, se ci fosse qualcuno che legge, comincerebbero a partire gli schiaffi). E invece…

…Instagram. Sospeso FB, per millemila e un motivo, ho continuato ad aver aperto Instagram. La mia religione mi vieta di pubblicare qualsiasi immagine, ma lo tengo aperto per vedere cose in maniera compulsiva. Ovviamente vedere cose non comprende le foto o le stories dei miei contatti, che mi interessano il giusto (ovvero qualcosa che rasenta lo zero), bensì video e foto proposti dal magico algoritmo che gira dietro la piattaforma (che, come ogni cosa che si definisce, “magggica” puzza come la merda).

Video, tanti divertenti, tanti inutili, tanti di robe che mi interessano e poi loro. Orde di donne, che vanno dai 16 ai 99 anni. Chi balla, chi mostra video con il culo così ritoccato dai filtri da sfidare le leggi della fisica, chi fa la sensuale mentre canta canzoncine, chi gioca a fare la gnagna* suprema, chi balla al ritmo di salsa, rinnovando il mio odio per i balli latino-americani. Immagino che se fossi stato donna, mi avrebbe proposto orde di maschi alfa (vedi altro post), manzi di ogni pezzatura e tara, da sbranare solo con lo sguardo. Ecco, tutta questa roba, invece che accendere quei due grammi di ormoni che mi restano, mi fa solo tristezza. Per me che, ovviamente sono un “fuoritarget”, come molti, come sempre. O forse solo perché ad una certa, quella roba, la vedo, mi da sui nervi, ma continuo a vederla e a bubbolare come il vecchio stronzo che sono. Ecco, devo decidere se mi sta sul cazzo perché alimenta la mia parte nazista o perché sono perfettamente inserito nel trend dei fuori-trend.

*gnagna = fica

#ventuno

Segnali di vita dall’oltremondo

E un giorno ti arriva una notifica da gmail “vattelapesca ha messo like su un tuo post”. VATTELAPESCA!?! BENUNLIKE!! E Pensi: “cazzo, quella roba non prendeva mezzo commento quando era un mezzo-blog attivo, figuriamoci ora che non ci girano neanche le più classiche balle di fieno”.

Ora, fatti salvi i cazzi mei in forma anonima, non è che già all’epoca avessi queste perle di saggezza da condividere, e parliamo di 8 anni fa, quando la vita correva via veloce e non si era incastrati in questo stato di semi-melma di quasi-lockdown. Figuriamoci che ho sospeso anche il profilo FB per la noia che ormai trasuda dallo schermo.

Ma poi la vita corre e/o si ferma a prescindere dalle cazzate imposte, e questo anno, in realtà, è stato pieno di robe che, per evitare spoiler, mi tengo per me.

E rileggendo qualche post, mi rendo anche conto di come ormai anche io mi sono abituato alla modalità “twitter”, ovvero quello che è sullo schermo ed è più lungo più di 5 righe, mi scassa il cazzo. Sarà per quello che ho praticamente smesso di leggere, dando la colpa al fatto che non sono più un pendolare e che, quindi, non ho più quell’ora di tempo da fucilare su uno scritto. O forse che il mio primo vero amore, i fumetti, mi avevano già indicato la retta via: poche parole e tante immagini!

Resta che forse quella roba scritta aveva un significato, e che mi ci sono anche divertito a metterle in bit e colori. Quindi perché no? Almeno fino a quando non mi scasso le palle per la volta enne+1, in attesa che ‘sta vita virtuale venga staccata e che di questa roba resti il giusto (ovvero il nulla).

#venti

Parole (ovvero quelle cose a cui poco badiamo)

Mammoletta: s. f. [dim. di mammola]. – Persona che è o vuole apparire ingenua, timida, modesta (dalla Trecani). Schiappa (Gergale).

Maschio Alfa: Negli animali sociali, alfa designa l’individuo che in una comunità occupa il rango sociale più alto. In italiano ci si riferisce ad essi anteponendo spesso il sesso dell’individuo stesso: maschio alfa, femmina alfa. In tal modo li si distingue all’interno di un gruppo da esemplari che invece ricoprono un ruolo diverso. Raramente questo ruolo viene assolto da più conspecifici. In molte specie gli animali appartenenti allo stesso gruppo esibiscono compiacenza e atteggiamenti di sottomissione e rispetto: generalmente è colui che ha accesso prioritario ed a volte esclusivo all’accoppiamento con femmine fertili e recettive. (wikipedia)

I ¾ dei discorsi che giornalmente mi capita di sentire/vedere/affrontare avvengono nella famigerata area chiamata “pilota automatico”. Cose che vengono dette, ascoltate o lette mentre nella testa uno potrebbe stare risolvendo l’ultimo teorema di Fermat. Cose che scivolano, lasciando a mala pena la traccia del loro passaggio. Poi ci sono i discorsi che uno fa per incastrare gli altri nelle situazioni. Gente che sta lì a giocare con se stessa, che vuole essere rassicurata, capita, aiutata o solamente deve avere una controparte che non sia uno specchio. Ci sono quelli che giocano con le parole per impressionare, dando sempre delle connotazioni emotive ai discorsi, che così restano più impressi, e si impressiona più di quanto sarebbe logicamente aspettarsi. Infine ci sono le parole, singole o definizioni, che racchiudono tutto un mondo, che è molto più di quello che era nelle intenzioni di chi le ha pronunciate. Sempre per il principio che uno è responsabile di quello che dice, non di quello che viene capito.

Ovviamente questo è un post senza un perché, scritto solo in quanto ho trovato buffo sentire due definizioni così lontane tra di loro rivolte alla stessa persona. Nel caso specifico devo ammettere che la prima è stata quella che mi è piaciuta di più, non fosse altro che ho stima della persona che l’ha tirata fuori e che sa fare il suo lavoro bene, ovvero comunicare cose. Detta persona ovviamente rientra nella categoria “buco nero” o “folle allo stadio terminale” o, ancora, più semplicemente nella categoria vaga, indefinita e rarefatta che prende il nome di “Donna”, che è tutto dire…e che in ogni caso mi dovrà almeno un paio di caffè!

#diciannove

Domanda (ovvero di cose che non si dovrebbero fare, ma che poi alla fine…)

Tanto tempo passò da ultimo post, ma ero impegnato a riposare, lavorare, cazzeggiare, implodere, in poche parole a stare dietro a tutta una serie di cazzate che la gente continua a definire vita.

Riassunto delle puntate precedenti1: avevo detto che le rosse mi portavano sfiga? Si, lo avevo detto. Ecco, anche se lo dicevo ovviamente ho fatto un mese a credere che non fosse così, oltre che a un po’ di sesso selvatico!

Riassunto delle puntate precedenti2: avevo detto che dopo questa, basta con le cazzate, che c’hai una età, e magari è tempo di stare calmi, e di non  stare lì a sopportare le cazzate della gente? Si, l’avevo detto. E infatti arriva una infermiera giusto giusto uguale e contraria a come sono io. Peccato che abbia invaso subito ogni spazio disponibile, predisponendomi alla fuga con scatto da 100metrista.

Riassunto delle puntate precedenti3: avevo detto basta circolare per Torpagnotta, che tanto avrei rimediato solo sifilide? Si, lo avevo detto. Ecco, anche se lo dicevo ovviamente ho fatto un mese a credere che non fosse così, oltre che a un po’ di sesso molto selvatico! Ora, a parte il fatto che mi domando se sono diventato come il latte UHT, che dopo un mese scado, mi domando: ma se le cose le so, e non per scaramanzia ma per puro spirito di osservazione, che mi ci ficco a fare dentro certe situazioni?

La risposta la conosco, ovvero che mi piace incasinarmi la vita (oltre che al sesso selvatico, il quale però sta assumendo una valenza sempre minore, dato che ormai non c’ho più il fisico, o forse non ce l’ho mai avuto, bho)…oltre al fatto che mi piacciono le tipe fuori come un citofono! Ed in tutto questo, vedo gente intorno a me che continua ad esplodere, per motivi personali, di lavoro o causa altrui. Eppure non mi ricordavo che campare fosse così difficile, ma forse sono io che ancora mi diverto con poco!

PS1: il fatidico caffè a Bologna ci fu, e sono contento perché malgrado i suddetti casini mi ha fatto piacere rivedere una persona, che è rimasta notevolmente fica e che mi fa ammazzare dalle risate. Che tanto mi ha dato l’unico consiglio giusto di tutta la sua vita, che però mi porterà a sbattere la capa addosso ad un muro. Ma vabbè, almeno potrò rinfacciarlo a vita e farmici prendere un po’ per il culo.

PS2: capisci il significato della parola “Destino” quando vedi un bimbo appena nato, e ti rendi conto che sarebbe bastata una cazzata di troppo e la creaturina sarebbe rimasta un’idea nella testa di Dio (o chi per lui). Auguri Luca…good luck and try to enjoy your life! 

#diciotto

Labbra (ovvero di foto che si vedono)

Essendo entrato nel mer(d)aviglioso mondo di FB nel lontano tardo 2009 ho avuto la fortuna di assistere all’evoluzione del suddetto fino alla sua vittoria quasi finale su tutto il mondo. Riprova sono gli amici che mi prendevano per il culo perché mi ero iscritto, mentre loro duri e puri continuavano con i blog, sparando merda su tutto il resto, salvo poi ritrovarli con i blog chiusi ma ben presenti su FB ed altre mille piattaforme tipo google+, twitter e dio sa cos’altro. Mentre io mi sono ritrovato a fare il percorso inverso e ad aprire un bloggo…ma vabbè, queste sono altre storie. Dicevamo che FB vince bene, e lo fa perché integra tante cose. Lasciando perdere i tanti cambiamenti a livello grafico, che mi fanno anche abbastanza cagare, della chat, che ormai non uso più da tanto di quel tempo che dubito ancora esista, del modo in cui gestisce le mail, che mi riporta la cronologia anche di quando non ero altro che una idea nella testa di un dio, la cosa che più ha avuto successo e che sembra mai cambierà è la gestione delle fotografie. In questi anni ho visto millemila foto di utenti, conosciuti e non, in praticamente quasi tutte le situazioni. Mare, montagna, collina, cielo, acqua, aereo, terra, spiaggia, in camicia, in maglietta, in top, in costume, seminudi, semivestiti, semiubriachi, baci, abbracci, quasitrombate, eccetera eccetera. Se c’è una posa, uno scenario, uno sfondo che può venire in mente per una foto, mi spiace ma sicuramente già l’ho vista su FB. E per carità, va bene così: una volta c’erano i blogghi per chi voleva fare lo pseudointellettualequasiscrittore, oggi è giusto poter dimostrare che Mccurry era una mezza sega e che i propri scatti di quando si è seduti sulla tazza del cesso meriterebbero di essere esposti nella galleria di arte moderna di qualsiasi Paese civile di questo mondo (quindi non l’itaglia).

Detto questo, la cosa che noto è che le donne tendono caricare foto in cui hanno le labbra a “culo di gallina”, con espressioni simil-minettiane. Premesso, la Minetti è una gran figa, e sarei ben felice di poter usufruire dei suoi servigi, solo che al momento sono sprovvisto dei millemila euro che mi costerebbe la cosa, non capisco come te, che hai 43 anni, non hai i soldi per il botox, o magari li hai ma il botox si rifiuta di agire, o magari ha agito ma evidentemente il punto di partenza era troppo in là per i risultati sperati, mettendoti in posa, sporgendo e labbra e simulando detto “culo di gallina”, cosa speri di ottenere. O meglio, posso anche immaginarlo, ma poi diventerebbe un post VM18 e non è il mio fine. Ovviamente loro sono solo la punta dell’iceberg, visto che potrei pubblicare un campionario di foto in cui dai 18 ai 50 esponenti del sesso femminile si prodigano in pose da simil-pompino-venuto-(lui)-male. Ora, se certe labbra non le hai, puoi provare a comprartele (il botox di cui sopra) ma sperare di fare colpo con la più sputtanata delle pose, mi spiace dirlo, non ottiene i risultati sperati. Anche perché se poi ti vedo in posa normale e scopro che hai la bocca simil-rana-dalla-bocca-grande-grande, perdi il quintuplo dei presunti punti che speravi (?) di acquistare. Dai retta, lascia stare le certe pose a chi fa il mestiere, e limitati a continuare a rompermi le balle con le classiche palmette e mare, funzionano di più!

#diciassette

Dedra 1.8 (ovvero di una macchina in quasi rottamazione)

Dopo 9 anni di onorato servizio, è giunto il tempo di rottamare la gipsy car. Al suo posto una prestigiosa Yaris, sempre di seconda mano ovviamente, con in più due gomme da neve in omaggio. Il passaggio ovviamente sarà traumatico, non fosse altro perchè bisogna anche vedere come ci entro nella scatoletta di sardine, ma vabbè, ormai la cazzata è fatta. Ovviamente mi piange il cuore per la rossa-amaranto: è stata (e sarà fino al 30 di agosto) la mia prima macchina, mi ha portato in lungo ed in largo tra Roma e Burinia, fino all’Aquila più di una volta, alcova quando non si possedeva una casa, disprezzata e derisa da molti, gli stessi che poi ti dicono “prendiamo la tua per andare che la mia non ha il bollino blu” scordandosi che la mia è meno di un euro 0, non mi ha mai lasciato per la strada, neanche quando ho mezzo fuso la guarnizione della testata. Un testa coda alle spalle, milioni di bottarelle quì e lì, tutte ribattute e nessuna aggiustata, giri sulla neve che tanto pesa millemila chili e ce la fa a camminare, SUV sul raccordo che si scansano perchè pensano che sei appena uscito da un campo Rom e non hai neanche l’assicurazione, una rimozione forzata per festeggiare l’ultimo giorno di mercato al centro del paesello, milioni di sigarette fumate sopra e più di qualche donna portata quì e lì. E poi i segni del destino: anni a dire che l’unica paletta che mi avessero mai fatto era all’interno del parcheggio della stazione, superando per anni indenne, malgrado le condizioni becere di me che guidavo, tutti i posti di blocco all’uscita del mucca, ed ecco che 3 settimane fa provano a portarla via. 5 chilometri, paletta dei Carabinieri e tipo che viene arrestato. Lasciamo perdere la scena dei simpatici tutori dell’ordine che si presentano a casa mia con il lampeggiante acceso, citofonando a tutto il palazzo tranne che a me, visto che è l’unico citofono senza cognome e quindi è ovvio che non può essere quello, i vicini che li spediscono da mia madre, che mi chiama dicendomi che stanno arrivando e di farmi trovare al portone, loro che tornano indietro e mi caricano, sempre con il lampeggiante acceso. Il tutto alle 4 di mattina. Praticamente ora tutti sono certi che io sia uno spacciatore. Queste ed altre mille cose su un rottame che però è il mio rottame, e come tale merita rispetto ed un post di saluto.

Tutta la manfrina pseudosentimentale perchè non mi andava di fare un post sul tentativo di appropriazione della gipsy car, sul fatto che la collega nana ora è incinta e sono felice per lei, anche se mi domando come mai tale scelta se un anno fa stava per mandare a cagare la sua convivenza solo per rompere le palle a me senza che io abbia mai dato segnali di interesse per lei, che la cooperante sarebbe da sposare, se non fosse più folle di Psico, e che se uno si impegnasse un po’ di più magari la storia di sesso sarebbe ancora in piedi, ma magari anche no, che lo dicevo che le rosse portano sfiga, che il viaggio è stato bello, peccato che la compagnia non fosse un gran che, che sarei andato volentieri a LowLands a rasarmi il cervello, ma non era il caso e che, di fondo, io sto fuori, ma quello che vedo intorno a me mi porta a pensare che probabilmente più che rottamare la mia Dedra dovrei rottamare tante altre cose….che sono di molto molto peggio.

Ciao Dedra, con una lacrima negli occhi ti auguro che quando sarà il trapasso  tu possa correre felice nel paradiso delle automobili (quasi d’epoca).

#sedici

Torpagnotta (ovvero la maledizione che mi perseguita)

Nei meandri di un fu cyberspazio, che ora un esiste più dato che spindermerda è imploso, ricordavo come prendessi in giro una collega per dove abita e di come pronunciassi il nome della famigerata Torpagnotta in vano. L’altra sera dovevo vedere amico in quel di Romavintage, posto di merda dove si riversano gli sfigati rimasti in città per arricchire le tasche dei vari circoletti pseudo culturali che con la scusa di fare gli alternativi cercano di spremere quanti più soldi possibile dalle tasche degli astanti. Quindi sulla fidata Dedra, mi avvio in quel del G.R.A. e mentre la capoccia continua a pensare ad altro, liscio clamorosamente l’uscita Appia. Poco male penso, allungo, mi butto sull’Ardeatina e poi da lì recupero Piazza dei navigatori e poi su fino a Caracalla. Tutto bene fino al 15° incrocio, al quale invece che andare dritto, non so per quale misterioso cortocircuito mentale, giro a destra. E tutto ad un tratto mi ritrovo davanti un cartello con su scritto TORPAGNOTTA. Scatta una risata isterica, dico, che cazzo ci faccio io a Torpagnotta? Ma perché devo capitare in questo luogo di merda, ma soprattutto, chi cazzo ha avuto il coraggio di dare un nome così di merda a cotale landa dimenticata da dio. Invece che girare come un deficiente in cerca di una strada alternativa, mi sono semplicemente girato e sono tornato indietro di circa un chilometro, ribeccando la strada corretta ed arrivando anche in orario.

Questa simpatica esperienza mi ha convinto che la Tommasi quando dice che sono stati gli alieni a suggerirle di farsi tappare ogni buco possibile in cambio di soldi dice la verità. Altrimenti non si spiega perché io periodicamente mi trovi a dover vagare per le discariche di Torpagnotta. Ci DEVE essere una volontà superiore che mi porta da quelle parti, un destino da compiere, un karma da esaurire. Solo vorrei che ci sbrigassimo con questa cosa, che mi sono rotto abbastanza dei tour della zona!

Detto questo: domani si parte per le vacanze. Macchina in giro per mezza europa. Che dio ce la mandi bona (e possibilmente senza mutande).

PS1: lo dicevo che le rosse mi portano rotture e jatture? L’avevo detto vero? SI, L’AVEVO DETTO. Vabbè, tanto me ne vado in vacanza!!!!

PS2: un caffè in quel di Bologna ancora mi attende, ma è difficile se la gente cambia il numero di cellulare, vero???